L’agricoltura 4.0 in aiuto delle api

Nel corso dell’ultimo decennio il problema della forte contrazione nel numero di insetti impollinatori presenti in campo ha creato numerose preoccupazioni. E’ quindi iniziato da un lato un percorso legislativo (a dire il vero molto lento!) volto a ridurre la presenza nell’ambiente di alcuni pesticidi (tra cui i neonicotinoidi) al fine di limitare il danno alle api e dall’altro numerosi gruppi di ricerca hanno iniziato a pensare a soluzioni alternative applicabili sia in serra che in campo aperto. In realtà le due vie non si escludono a vicenda perché, anche a fronte del bando di alcuni principi attivi, non si avrà un immediato recupero nelle popolazioni di impollinatori, per cui in alcune circostanze un aiuto potrebbe effettivamente servire.

Ad oggi sono in fase di prova alcuni interessanti aiuti robotici, tra cui Bramblebee è sicuramente uno dei più interessanti. Sviluppato dalla Western Virginia University, questo robot a guida autonoma (dotato di sensori di tipo LIDAR) è in grado di riconoscere le piante presenti e la posizione dei fiori da impollinare. Grazie all’utilizzo di diversi algoritmi e a un pennello stampato in 3D, Bramblebee riesce ad impollinare i diversi fiori memorizzandone la posizione al fine di ottimizzare l’impollinazione.

Come mostrato nel video, questo robot è pensato in particolare per serre, mentre potrebbe avere diverse difficoltà nell’operare in campo aperto:

Una diverse idea progettuale è stata invece seguita per Dropcopter , il progetto di una startup di New York, che utilizza un esacottero guidato in remoto. Non pensate a micro-droni a forma di ape che passano di fiore in fiore, Dropcopter è un classico robot volante modificato così da essere in grado di spruzzare polline con precisione da circa due metri e mezzi d’altezza. A differenza di Bramblebee, l’esacotterno non può lavorare in autonomia, ma può essere più veloce nell’impollinare ampie superfici anche in campo aperto.

Non è la prima volta che la tecnologia sostituisce il fondamentale lavoro della api, ma entrambe queste soluzioni (ciascuna con vantaggi e svantaggi) possono essere più efficaci dell’impollinazione manuale a cui sono stati costretti a ricorrere in alcune aree del pianeta a seguito della scomparsa delle api.

La disponibilità di impollinatori robotici non deve essere necessariamente vista come un modo per dire “quindi possiamo fare a meno delle api”, quanto il tentativo di risolvere il problema dell’impollinazione in attesa del recupero (sperando ci sia) delle popolazioni di impollinatori oppure, in alternativa,  come strumenti da usare in primavere insolitamente fredde, in cui le api sono scarsamente attive.

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