L’occupazione in agricoltura cresce e lo fa a un ritmo superiore rispetto al totale dell’economia. È quanto emerge dalle elaborazioni ISMEA su dati ISTAT che evidenziano, nel secondo trimestre dell’anno in corso, un miglioramento dei dati dell’occupazione agricola soprattutto nella fascia di età più bassa (15-34 anni).
Tra aprile e giugno, infatti, l’occupazione in agricoltura, depurata dagli effetti stagionali, è cresciuta dell’1,5% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, evidenziando una dinamica migliore rispetto alla crescita totale degli occupati in Italia che si è attestata allo 0,5%.
Secondo i dati dell’indagine sulle forze lavoro ISTAT, una quota importante dei nuovi occupati è rappresentata da giovani: gli under 35 in agricoltura sono 193.000, con un aumento che ha interessato sia i lavoratori dipendenti che indipendenti (27.000 in più nel complesso rispetto al primo trimestre).
Il crescente ruolo dei giovani nel settore non si limita al numero di lavoratori, ma emerge anche dall’aumento delle imprese agricole condotte da giovani: secondo i dati del Registro delle Imprese, a giugno 2018 sono 55.000 le imprese giovanili, circa 3.000 in più rispetto al mese di marzo, praticamente allo stesso livello del “record” toccato a fine 2017. Le imprese condotte dai giovani agricoltori arrivano, nel secondo trimestre 2018, a rappresentare il 7,3% del settore, una quota comunque inferiore a quella dei giovani imprenditori sul complesso delle imprese nazionali, che è del 9%.
Questi dati segnano una ripartenza dopo il calo del primo trimestre 2018 e confermano il grande interesse professionale e imprenditoriale per il settore da parte delle nuove generazioni e le opportunità che in molte aree del Paese l’agricoltura offre.
I dati analizzati da ISMEA possono essere integrati con i dati pubblicati nei mesi scorsi dal Sole 24 ore (liberamente navigabili scegliendo il corso di studio di interesse), in cui si evidenziava l’efficacia delle lauree di tipo “agrario” da un punto di vista occupazionale (come mostrato dai grafici sottostanti).
Più problematica risulta invece essere la situazione di un altro potenziale ambito occupazionale nell’agricoltura legato alle biotecnologie vegetali. Come più volte discusso anche in questo blog, le normative europee stanno ancora oggi impedendo all’agricoltura di ricorrere a parte delle innovazioni disponibili perché derivanti dall’ingegneria genetica. Come evidente nel grafico sottostante, questo ha avuto e continua ad avere un devastante effetto sul numero di giovani che in Italia formiamo in questo ambito e sulle loro possibilità occupazionali.