In Africa continua l’invasione delle locuste

Mentre in Italia la diffusione del coronavirus COVID-19 sta monopolizzando l’attenzione di tutti, media compresi, in Africa sembra non avere tregua l’invasione delle locuste che, dopo aver arrecato un danno ad oggi incalcolabile in Etiopia, Somalia e Kenya, sta ora avanzando velocemente verso Uganda e Tanzania.

Sciami, che alcuni media non hanno esitato a definire di dimensioni bibliche, stanno arrecando un danno la cui portata potrà essere calcolata solo tra qualche mese con la fase del raccolto, ma possiamo già ipotizzare che siamo alle porte di una grandissima carestia.

Sebbene le locuste siano da sempre presenti in Africa, Somalia ed Etiopia non vedevano invasioni di questa portata da 25 anni, mentre in Kenya una minaccia simile non si registrava da 70 anni. Tanto per darvi una idea, si parla si sciami che al suolo possono coprire aree grandi quanto Roma (1280 chilometri quadrati) mangiando in un giorno la quantità di cibo che avrebbe consumato l’intera popolazione del Kenya. Il record assoluto è di uno sciame di quasi duecento miliardi di locuste individuato in Kenya e che copriva un’area di 40 per 60 chilometri di lato (2.400 chilometri quadrati!). Questo significa che il cibo divorato è analogo a quello di  85 milioni di persone in un pasto. Come se l’intera Germania si trovasse a dover rinunciare ad un pasto!

L’insolita disponibilità d’acqua e l’elevata umidità registrate a fine 2019, ha permesso alle locuste  di riprodursi in modo più abbondante del solito e di spostarsi in maniera molto veloce. Gli sciami si sono diffusi dallo Yemen attraverso il Mar Rosso e, sfruttando il vento, riescono a percorrere in un solo giorno anche 150 chilometri.

Servono non meno 80 milioni di dollari per acquistare insetticidi per cercare di evitare ulteriori danni, che potrebbero derivare dalla riproduzione delle locuste presenti in questi sciami. Senza interventi si stima che entro giugno il loro numero potrebbe crescere di 500 volte.

Le devastazioni dei terreni agricoli in aree considerate dall’ONU di forte insicurezza alimentare, soprattutto a causa delle continue ondate di siccità e carestia catalizzate dai cambiamenti climatici, sono già evidenti: moltissime famiglie di agricoltori hanno perso tutto e non riusciranno a raccogliere i frutti del proprio lavoro in aprile, quando avrà inizio la stagione dei raccolti. Se non verrà fermata in tempo, questa invasione di locuste  si trasformerà in una vera e propria catastrofe umanitaria, con decine di milioni di abitanti che resteranno senza cibo.

Il riscaldamento globale sta già pesantemente influenzando il ciclo biologico di molti insetti e si stima che in tutto il mondo gli insetti causeranno sempre più danni in agricoltura. In Africa al momento non hanno la possibilità di usare insetticidi perché mancano le risorse economiche per acquistarli. In Europa, nell’illusione di aver vissuto in un paradiso alimentare perduto, si cerca di impedire agli agricoltori di poter disporre delle soluzioni necessarie per combattere le numerose avversità che colpiscono le coltivazioni. Quante infestazioni siamo disposti a fronteggiare prima di accettare che gli insetticidi sono necessari?

 

Fonte: ImpactScool Magazine

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