Da settimane si discute sostanzialmente solamente di due cose: il virus Covid-2019 e il modo in cui comunicare correttamente le informazioni su questo virus.
Con grande sorpresa oggi , grazie al suggerimento di Deborah Piovan, ho letto l’articolo intitolato “Il virus degli Ogm nel «salto di specie»” scritto da Francesco Bilotta per Il Manifesto.
Dopo una parte iniziale certamente non originale (ma senza particolari cadute), arriva il “botto” finale:
“Ma per risolvere l’enigma del salto di specie è necessario prendere in considerazione un altro aspetto: l’inquinamento genetico del pianeta causato dalla presenza di centinaia di organismi geneticamente modificati. La manipolazione genetica porta alla diffusione sempre più ampia di geni nei genomi di piante coltivate per uso alimentare o per la preparazione di prodotti chimici. Sappiamo che quando un Ogm viene inserito in natura produce interazioni con altre forme di vita. I geni trapiantati su una pianta possono essere trasferiti ad altre piante della stessa famiglia. I geni modificati si possono, inoltre, trasferire ai batteri del suolo. Anche alcune specie di insetti (mosche, zanzare) sono sottoposte a modificazioni genetiche.
Negli allevamenti molte specie di pesci subiscono manipolazioni genetiche, con l’inserimento nel loro Dna di un gene dell’ormone della crescita. Gli organismi geneticamente modificati sono, di fatto, nuove specie che vengono inserite negli ecosistemi e che possono compromettere il loro l’equilibrio. Questa contaminazione genetica pone seri problemi di sicurezza ambientale e contribuisce a determinare quegli squilibri che favoriscono il salto di specie”.
Da dove partire? Partiamo dal fatto che il salto di specie non ha nulla a che fare con gli OGM né con altre forme di modificazione genetica fatta dall’uomo. Come il giornalista dovrebbe sapere (dato che lo ha scritto nella prima parte dell’articolo), i virus naturalmente evolvono mutando e questo può portare al salto di specie. In natura la conquista di nuove “nicchie ecologiche” (che nel caso dei virus sono nuovi ospiti) è parte del normale processo evolutivo di virus e batteri e in realtà non solo.
Io, per altro, nutro anche grandi dubbi sul fatto che i salti di specie siano divenuti più frequenti semplicemente per il fatto che sino a pochi decenni or sono semplicemente non avevamo né gli strumenti molecolari né le conoscenze per vederli. Oggi, grazie alla genomica, abbiamo potuto letteralmente assistere in diretta alla discussione sull’origine di questo virus, cosa impossibile sino a vent’anni fa.
Dobbiamo poi considerare la densità senza precedenti delle popolazioni umane che sempre più spesso si concentrano in aree urbane fittamente abitate. Oggi quasi la metà della popolazione mondiale vive in città ed entro i prossimi 20 anni arriveremo a non meno del 70% degli Homo sapiens che vivono in città… è già solo questo rappresenta da un punto di vista sanitario un elemento che favorisce la diffusione di patogeni. Aggiungiamo poi i tanti voli aerei, viaggi e interazione favorite dalla globalizzazione e la pandemia è pronta a iniziare. Più viviamo in città fittamente abitate, più è probabile che un virus mutante trovi un individuo da infettare e che questo venga poi trasmesso.
Sicuramente poi la possibilità di avere contatti ricorrenti e ravvicinati con animali favorisce la selezione di virus mutanti, ma questo dipende esclusivamente da aspetti culturali. Nulla in questo processo dipende dagli OGM, per cui per altro non ci sono evidenze di tanti trasferimenti di geni verso piante della stessa famiglia.
Sarebbe interessante avere i riferimenti bibliografici sui tanti trasferimenti da OGM ad altri viventi che il giornalista cita, così come non è chiaro che ruolo dovrebbero avere le zanzare geneticamente modificate nel favorire il salto di specie di un virus che non ha nulla a che fare con gli insetti.
Non meno interessante sarebbe sapere dove sono i tanti pesci geneticamente modificati che il giornalista cita, dato che al mondo ne esiste solamente uno che, per altro, è il frutto di una ricerca di durata più che trentennale al fine di comprovarne la sicurezza alimentare e, anche in questo caso, in che modo è collegato al salto di specie? La risposta è semplice.. in nessun modo!
E’ veramente triste vedere come in un momento in cui la comunicazione scientifica è così importante, un giornalista usi il proprio tempo per sfruttare la paura che il Covid-2019 naturalmente genera per sostenere una propria personale posizione contro gli OGM che non ha alcuna base scientifica. Penso che anche la redazione del Manifesto dovrebbe fare una seria riflessione sull’opportunità di pubblicare articoli di questo tipo, quando sarebbe meglio, come fatto già da altri giornali, evitare di fare confusione pubblicando articoli che non hanno nulla di scientifico, ma che sono puramente speculazioni di dubbio gusto e nullo valore scientifico.
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